Il percorso
L’obiettivo di oggi è quello di raggiungere il museo delle navi vichinghe di Roskilde, ci aspettano un po’ di chilometri ma, come sempre ci guarderemo attorno strada facendo, curiosando altri siti che possano destare il nostro interesse.
La notte in questo sconfinato parcheggio è trascorsa più che tranquilla e fresca, anche stamattina c’è una bella giornata, partiamo con la consueta curiosità di chi viaggia in luoghi nuovi.
Percorriamo la strada Søgårdsvej fin quasi a toccare il punto più a sud della Danimarca e notiamo quello che sembra poter essere un sito archeologico non segnalato. Ripercorrendo la stessa strada verso nord ci fermiamo a cercar di capire di cosa si tratta.
I giganti di Hulbjerg
Nel Sud di Langeland, poco a est di Bagenkop, si trova la camera funeraria dei giganti di Hulbjerg, posizionata su una collina. In particolare, arrivando da est lungo Søgårdsvej, si ha l’impressione di un’opera monumentale.
Nel 1875, la camera funeraria veniva descritta come “una collina coperta da rovi” con due o tre lastre visibili sulla sommità. Una delle lastre era addirittura “sganciata dal suo letto”. Nel 1947, erano visibili tre lastre e una pietra di sostegno.
Progetto di scavo e restauro
Nel 1960, il Museo di Langeland avviò un grande progetto di scavo e restauro. La manodopera fu fornita tramite sostegno pubblico e i disoccupati furono impiegati nel duro lavoro degli scavi.
Resti di almeno 53 persone – di cui 17 erano bambini
Durante gli scavi, nella parte meridionale della camera e nella parte più interna del corridoio, furono scoperte pesanti pile di ossa e ricche scoperte di oggetti in argilla, selce, osso e ambra. L’analisi del materiale osseo rivelò resti di almeno 53 persone, di cui 17 erano bambini. Attraverso la datazione al carbonio-14, fu possibile stabilire che le persone il cui scheletro era collocato nella camera funeraria non avevano vissuto contemporaneamente.
In altre parole, la camera funeraria fu utilizzata nel corso di un lungo periodo, probabilmente per diversi secoli, a partire dalla sua costruzione alla fine del IV millennio a.C.
L’ntervento dentale
Tra le singole scoperte, due crani erano particolarmente interessanti. In una delle mandibole, rimanevano diversi denti, e uno dei molari aveva un buco!
Il buco era largo 4 mm e profondo 6 mm, probabilmente creato con un trapano di selce. Utilizzando attrezzature di scansione moderne, furono rilevate le caratteristiche righe circolari lasciate da un trapano rotante. I denti del paziente erano gravemente attaccati dalla carie e da una condizione infiammatoria cronica che doveva essere molto dolorosa. L’intervento era probabilmente destinato a alleviare e mitigare il dolore. In un tentativo contemporaneo di ripetere l’intervento su un altro dente, ci sono voluti cinque minuti e mezzo per completarlo!
Ha funzionato, questo intervento così completo? Beh, naturalmente non sappiamo se il paziente sia diventato senza dolore dopo l’intervento, ma sappiamo almeno che è vissuto per un certo periodo successivamente. Dalle scansioni, infatti, è stato possibile osservare la formazione di tartaro proprio sulla superficie del buco. E questo può essere accaduto solo mentre il paziente era vivo. La scoperta rappresenta la più antica pratica di trapanazione in Danimarca.
Buco nella calotta cranica
Il secondo cranio particolarmente interessante aveva anch’esso un buco, ma qui nella parte superiore della calotta cranica, appena sopra la tempia. Probabilmente, il buco fu fatto per alleviare la pressione sul cervello dopo un trauma. Non sappiamo se sia avvenuto dopo un incidente o un colpo, ma il buco si trova nella parte anteriore sul lato sinistro, coerente con un danno da un colpo di una persona destrorsa. L’intervento è chiamato trepanazione ed è noto da diverse scoperte dell’età della pietra. I margini del buco mostrano la formazione di nuovo tessuto osseo – quindi possiamo dire anche qui che il paziente non solo sopravvisse all’intervento, ma visse effettivamente per un certo periodo dopo di esso.
Entrambi i crani sono esposti presso il Museo di Langeland.
Dopo l’indagine, la camera funeraria è stata restaurata. Le lastre mancanti sono state sostituite con blocchi di granito precedentemente utilizzati dal dipartimento delle strade!
Testo tratto da: “Fortidsminder på Langeland”, di Morten Gaustad
È stata senza dubbio una piacevole sorpresa la scoperta di questo sito, in mezzo alla natura e non segnalato. Molto particolare ed interessanti le scoperte ad esso collegate.
Ma il nostro viaggio continua consapevoli del fatto che la strada è ancora lunga e che non vorremmo arrivare al museo vichingo troppo tardi.
Un tratto di strada che stiamo percorrendo è lo stesso fatto ieri sera, dopodiché svoltiamo verso est, in direzione Copenaghen, attraversando le due isole danesi: Selandia e Fionia.
Le isole danesi di Selandia e Fionia costituiscono una parte fondamentale del paesaggio geografico e culturale della Danimarca, offrendo esperienze uniche e affascinanti.
Selandia: Il cuore del Regno
Selandia, la più grande delle isole danesi, è spesso considerata il cuore pulsante del paese. La sua capitale, Copenaghen, è non solo il centro politico ed economico della nazione, ma anche un crocevia di cultura, storia e innovazione. Selandia vanta una diversità di paesaggi che spaziano dalle coste frastagliate alle verdi campagne, offrendo opportunità per esplorare antichi castelli, musei di livello mondiale e vivaci quartieri urbani.
Fionia: Tesori Naturali e Storia Intricata
Fionia, la seconda isola più grande, è un tesoro di bellezze naturali e storia intricata. Le sue pittoresche città e villaggi raccontano storie di epoche passate, mentre le campagne ondulate sono punteggiate da fattorie e boschi. La città di Odense, situata a Fionia, è famosa per essere la città natale di Hans Christian Andersen, e offre un affascinante viaggio nel mondo delle fiabe e della letteratura.
Collegamento vitale: il ponte del Grande Belt
Ciò che rende le isole di Selandia e Fionia ancora più speciali è il Ponte del Grande Belt, una maestosa opera ingegneristica che collega le due isole.
Ci avviciniamo a questa maestosa struttura con timore reverenziale e paghiamo il pedaggio.
Nonostante l’imponenza di una struttura del genere, la sensazione, attraversandolo, è quella di volare, sia perché la curvatura ti proietta verso l’alto, sia perché il paesaggio sottostante è meraviglioso: il grande Belt. Il Grande Belt è lo stretto che collega il Mar Baltico al Kattegat. Il mare che attraversa il Grande Belt è chiamato proprio “Mar Baltico”. Quindi, il Grande Belt funge da collegamento tra le acque del Mar Baltico e quelle del Kattegat, contribuendo alla circolazione delle correnti marine nella regione.
A chiudere questa esperienza ci pensa il vento, molto forte ed insistente. Siamo costretti a tenere i finestrini chiusi e godere del paesaggio dal vetro.
Il ponte di Storebælt
La Storebæltsforbindelsen, o Ponte del Grande Belt, è uno dei ponti più iconici e importanti in Danimarca. Collegando le isole di Selandia e Fionia, questo maestoso ponte è una testimonianza della maestria ingegneristica danese e della sua capacità di superare le sfide geografiche.
Il Ponte di Storebælt: Un Collegamento Essenziale
Il Ponte di Storebælt è una parte fondamentale della Storebæltsforbindelsen, che comprende anche un tunnel ferroviario sottomarino. Questa connessione vitale ha trasformato il sistema di trasporto danese, abbreviando significativamente i tempi di viaggio tra le due isole principali del paese.
Caratteristiche Tecniche Impressionanti
Aperto al traffico nel 1998, il Il Ponte di Storebælt è un’opera d’ingegneria impressionante. Con una lunghezza di circa 6.790 metri, il ponte sospeso attraversa le acque del Grande Belt, offrendo una vista spettacolare sulla regione circostante. Le sue imponenti torri sono diventate un’icona architettonica, simbolo del progresso e dell’efficienza danese.
Unione di Efficienza e Sicurezza
Il Ponte del Grande Belt è stato progettato non solo con l’obiettivo di migliorare la connettività, ma anche di garantire la sicurezza dei viaggiatori. Le tecnologie più avanzate e i rigorosi standard di costruzione hanno reso questo ponte un esempio di come la funzionalità possa coniugarsi con la sicurezza, contribuendo al benessere della nazione.
Un Viaggio Panoramico
Per coloro che attraversano il Il Ponte di Storebælt, l’esperienza è molto più di un semplice viaggio. Le viste panoramiche offerte durante la traversata regalano un’opportunità unica di apprezzare la bellezza del Mar Baltico e dei dintorni delle isole di Selandia e Fionia.
Risvolto Economico e Culturale
Oltre alla sua importanza dal punto di vista logistico, il Ponte del Grande Belt ha anche avuto un impatto economico positivo, stimolando lo sviluppo delle regioni circostanti. Ha favorito lo scambio culturale e commerciale tra le isole, contribuendo alla coesione del paese.
Il Ponte di Storebælt rappresenta una pietra miliare nell’evoluzione dell’infrastruttura danese. La sua imponenza, unita alla sua funzionalità e sicurezza, ne fanno un simbolo dell’ingegnosità e della modernità danese, contribuendo in modo significativo alla qualità della vita e allo sviluppo del paese.
La mattinata scorre via velocemente tra siti, ponti e verdi paesaggi. Arriviamo a Roskilde intorno alle 13, è ora di pranzo. Parcheggiamo nell’area adiacente al museo e ci prepariamo un’insalatone prima di andare a scoprire le meravigliose navi vichinghe.
Il museo delle navi vichinghe di Roskilde
Il Museo delle Navi Vichinghe di Roskilde, Danimarca, è una straordinaria testimonianza della ricca storia marittima dei Vichinghi. Fondato nel 1969, questo museo è rinomato per la sua collezione unica di navi vichinghe autentiche, recuperate dalle acque circostanti. Ecco una breve descrizione del Museo delle Navi Vichinghe:
Esplorando l’epoca vichinga a Roskilde
Il Museo delle Navi Vichinghe di Roskilde offre un viaggio avvincente nel passato, immergendo i visitatori nell’epoca d’oro dei Vichinghi. Situato sul pittoresco fiordo di Roskilde, il museo si distingue per la sua collezione di navi vichinghe ben conservate, uniche al mondo.
La collezione straordinaria
Al centro dell’attenzione del museo ci sono le cinque navi vichinghe autentiche, risalenti al IX e al X secolo, che sono state recuperate nelle acque circostanti il fiordo di Roskilde. Pare fossero state affondate dai vichinghi stessi per non essere scoperti dai nemici che perlustravano il fiordo. L’essere rimaste a lungo sul fondo di queste acque ha permesso a queste imbarcazioni di arrivare ai giorno nostri e portarci un importante contributo allo studio di questa cultura. Queste imbarcazioni, esposte con cura nel museo, offrono uno sguardo senza precedenti alla maestria navale dei Vichinghi e alla loro abilità nel navigare mari e fiumi.
Un’esperienza interattiva
Il museo non è solo una raccolta statica, ma offre anche un’esperienza interattiva. I visitatori hanno l’opportunità di vivere da vicino il processo di costruzione di barche vichinghe, partecipando a dimostrazioni pratiche e apprendendo le abilità artigianali tramandate attraverso i secoli.
L’impatto della navigazione vichinga
Attraverso mostre interattive, il museo racconta la storia delle incursioni vichinghe, dell’esplorazione e del commercio marittimo che hanno caratterizzato l’epoca vichinga. Si approfondisce anche l’influenza delle navi vichinghe sulla cultura e sulla società di quei tempi.
Eventi e attività speciali
Il Museo delle Navi Vichinghe organizza regolarmente eventi e attività speciali, dai laboratori educativi per le famiglie alle mostre temporanee che esplorano aspetti specifici della vita vichinga. Queste iniziative aggiungono ulteriore vivacità e approfondimento alla visita del museo.
Un affaccio sul fiordo di Roskilde
La posizione del museo, affacciato sul fiordo di Roskilde, offre uno sfondo scenografico alle antiche imbarcazioni. I visitatori possono anche godere di passeggiate panoramiche lungo il molo, arricchendo ulteriormente l’esperienza complessiva.
In sintesi, il Museo delle Navi Vichinghe a Roskilde è una destinazione imperdibile per gli appassionati di storia marittima e per coloro che desiderano immergersi nell’affascinante mondo dei Vichinghi. Con la sua collezione unica e il suo approccio educativo, il museo si presenta come un ponte tra il passato e il presente, offrendo una prospettiva vivida sulla straordinaria cultura marittima dei Vichinghi.
Sul finire di questa intensa giornata ci portiamo a Copenaghen. Qui trascorreremo la notte per poi visitarla nella giornata di domani. L’ingresso a Copenaghen è molto particolare… ma di questo ne parliamo sul prossimo foglio del diario, buonanotte!