Non avremmo probabilmente mai saputo dell’esistenza della Grotta della Poesia non fosse stato per l’incontro di ieri a Lecce con Paola e Luca. Ci saremmo diretti a Santa Maria di Leuca ignari di una bellezza naturale così intrigante.
Spesso le scoperte più belle nascono dagli incontri più casuali. L’unica certezza che avevamo ieri sera era di non volersi fermare a Lecce per passare la notte. Paola e Luca, profondi conoscitori della Puglia, avevano iniziato ad elencarci una serie di luoghi da non perdere mentre eravamo seduti in Piazza Sant’Oronzo a Lecce. Quando ho sentito nominare la Grotta della Poesia mi sono incuriosito e mi sono chiesto cosa mai potesse avere di poetico una grotta.
Desiderosi di scoprire l’ennesima bellezza del Salento, ci muoviamo dal centro in direzione: Torre dell’Orso, nota località balneare. E infatti raggiungiamo il parcheggio segnalato da Park4night che ormai è buio ma l’impressione è nuovamente di una località abbandonata e deserta come se fosse appena passata una catastrofe virale… coronavirus???
Solo al mattino con la luce del sole ci rendiamo conto di essere in un posto meraviglioso. Siamo al termine di una passeggiata che si affaccia su una ripida ed alta scogliera. La notte passata ha un po’ piovuto, ora c’è il sole ma con un vento molto forte. Ci imbacucchiamo per bene e ci incamminiamo su un sentiero che percorre tutta la scogliera sino ad arrivare alla grotta. Dobbiamo procedere inclinati in avanti. Il vento spinge forte e per fare delle foto siamo costretti a sdraiarci per terra i prossimità degli strapiombi sul mare.
Una volta arrivati alla grotta il vento sembra calmarsi per lasciare spazio ad uno scenario naturale unico.
La fortuna di visitare un luogo del genere in inverno sta proprio nel fatto di poterselo godere pienamente in assoluta solitudine. Non c’è anima viva. A giudicare dai pannelli circostanti e dai muretti in costruzione, sembra che saremo tra gli ultimi a poter accedere a questo luogo liberamente. Presto diverrà zona protetta ed aperta al pubblico solo in giorni e orari predefiniti. Io e Betty restiamo in silenzio durante la visita.
Senza rendercene conto ci distanziamo l’un l’altro girovagando alla scoperta di ogni più remoto anfratto. Il mare ha scavato nel corso dei secoli questa scogliera creando una vera e propria piscina naturale. Resta il ricordo del contrasto dei colori, il blu, il verde acqua, il bianco ed il suono delle onde che si infilano nei pertugi del tufo con fragori sordi e potenti.
Tornati al camper si riparte in direzione Santa Maria di Leuca
Scendiamo velocemente verso il “tacco d’Italia” senza soste. La strada è la provinciale che attraversa i centri abitati. Sembra di essere in un mondo diverso. Si percepisce l’atmosfera rurale e genuina di questi luoghi. Hanno il sapore di posti lontani, non ancora inquinati dalla globalizzazione che tutto appiattisce. Distese di uliveti ordinati e puliti difficilmente comprensibili a noi liguri…
Arriviamo in Santa Maria di Leuca. Non posso dimenticare la sensazione di apertura e di libertà percepita arrivando nel golfo. La strada arriva alle spalle di Santa Maria di Leuca, si insinua stretta tra le case, bianchissime, e si apre improvvisamente sul mare. Sembra di essere ai confini della terra, scruto l’orizzonte cercando di intravedere anche il più piccolo lembo di terra ma niente, solo mare a perdita d’occhio. La luce ora è accecante. È quasi l’una. Ci fermiamo a Punta Ristola per pranzare. Qui si incontrano i due mari: il mar adriatico ed il mar ionio.
Proseguiamo il nostro tour passando alla zona est di Santa Maria di Leuca.
Da qui si può ammirare tutto il bacino portuale e le magnifiche scogliere. Una delle particolarità di questo luogo è l’arrivo dello storico acquedotto pugliese. Esso rappresenta la spina dorsale della regione, la attraversa da nord a sud ed arriva proprio qui dove hanno ricreato la cascata monumentale, ora in secca, ad evidenziarne lo sbocco in mare.
Saliamo la scalinata che fiancheggia la cascata ed arriviamo ad uno dei punti più panoramici ed affascinanti di Santa Maria di Leuca: il faro e la La basilica santuario di Santa Maria de Finibus Terrae.
Finibus Terrae
Ai confini della terra
definita così dagli antichi romani
Ci saremmo fermati volentieri qui a passare la notte ma il tempo inizia ad essere tiranno ed il vento ci impedirebbe comunque di dormire tranquilli, perciò, a malincuore, ripartiamo in direzione Gallipoli.
Le immagini del Diario
Dove s’incontrano i due mari
Punta Ristola