- Il percorso del weekend
- Le Alpi Marittime ma senza programmi
- L’accoglienza dell’orto bistrò
- Andrea Camper, una piacevole conferma
- Valle Grana e Castelmagno
- Santuario di San Magno
- La valle Stura ed il col della Lombarda
- La vallée de l’Ubaye
- Carros, un villaggio francese dal fascino inaspettato
- Verso il Col de Turini, a Peira Cava
- Il Parco nazionale del Mercantour
- Sospel e Olivetta San Michele
- Dove abbiamo dormito in questo weekend
Il percorso del weekend
Le Alpi Marittime ma senza programmi
Questa volta davvero non avevamo programmato nulla. Una sola vaga idea ci balenava nella testa: attraversare le Alpi Marittime.
Tutto è iniziato da due impegni differenti calendarizzati da tempo: una visita medica a Torino ed una consulenza sull’impianto elettrico di Vannette.
L’accoglienza dell’orto bistrò
Appena terminata la visita medica a Torino, abbiamo pranzato in un locale molto carino e accogliente in centro, rigorosamente vegano, che si chiama L’ORTO Bistrò. “Un po’ come essere a casa” dice il banner di testa del sito e in effetti ci siamo sentiti assolutamente a casa. Informale ma gentile e disponibile, il personale ci ha da subito messo a nostro agio spiegandoci come fare ad ordinare e consigliandoci a proposito di specialità del giorno. La scelta di un luogo dove pranzare a carattere vegano non dipende da me, sono sincero, ma da Betty che ha fatto di questa scelta una delle sue ragioni di vita partecipando attivamente anche a manifestazioni di carattere nazionale.
Piatti cucinati con amore. Per voi.
E per il nostro pianeta.Il 14 novembre del 2017 è iniziata l’avventura de L’Orto Bistrò.
Eduardo Ferrante
Per diffondere una cucina buona e genuina, partendo da materie prime selezionate e di prima qualità.
Ogni giorno prepariamo piatti freschi cucinati con amore per voi e per il nostro pianeta.
Vi aspetto!
Andrea Camper, una piacevole conferma
Una volta terminato il nostro pasto – buonissimo – usciamo dal centro di Torino e ci dirigiamo verso Asti dove ci fermeremo per una consulenza da Andrea Camper.
Da quando abbiamo preso Vannette e l’abbiamo dotata di una batteria al Lithio da 100A, ho l’abitudine di tenere sotto controllo il display NDS per monitorare i consumi e l’efficacia del pannello solare. Qui mi sono reso conto che il pannello fatica a star dietro anche solo al consumo del frigo (a compressore) anche in una condizione ottimale di sole estivo.
Mi era capitato di vedere spesso su Facebook, dei post pubblicati da Andrea Camper con la realizzazione di impianti mirabolanti su diverse tipologie di camper. Quindi mi son detto che se passavamo da Torino avremmo potuto allungarci su Asti e sentire un parere.
Così e stato. Al nostro arrivo abbiamo conosciuto William che, con la sua scala, ha iniziato subito a scrutare il tetto di Vannette per capire cosa si sarebbe potuto fare. Scriverò un articolo a parte con tutte le informazioni tecniche ed i lavori quando saranno terminati. Per ora mi limito a dire che siamo rimasti colpiti per la professionalità e le proposte concrete e misurate che ci sono state fatte. Preso appuntamento per i lavori di potenziamento, ci rivedremo presto…
Valle Grana e Castelmagno
Una volta esauriti gli appuntamenti, non ci resta che decidere una traccia, seppur grezza, da seguire. Abbiamo intenzione in questi giorni di oltrepassare il confine e buttare il naso in terra di Francia, dal momento che da troppo tempo non lo facciamo. Sì lo so, i francesi, in generale, non brillano di simpatia, ma bisogna pur dire che in fatto di accoglienza camperisti hanno tanto da insegnarci.
Siamo ancora sul piazzale esterno di Andrea Camper a scrutare le mappe per decidere almeno la direzione da prendere, sono passate le 16 da poco, dobbiamo muoverci.
Tracciando una retta immaginaria da Asti, di circa 45 gradi, parallelamente alla Liguria, puntiamo sulla Val Grana e Castelmagno. Da lì, domani, chiederemo informazioni circa il passaggio di frontiera.
Buona parte del percorso scorre velocemente in piano tra autostrade e super strade. Solo all’inizio della Valle Grana il paesaggio inizia a farsi interessante.
La Valle Grana
La Valle Grana è un incantevole angolo delle Alpi Marittime situato nella regione del Piemonte, Italia. Questa valle è famosa per i suoi paesaggi mozzafiato, caratterizzati da verdi pascoli alpini, densi boschi di conifere e pittoreschi villaggi montani. Le acque cristalline dei torrenti scorrono attraverso la valle, creando scenari di grande bellezza.
La Valle Grana è anche nota per la produzione di formaggi prelibati, che sono un’autentica delizia per il palato dei visitatori, come, ad esempio, il Castelmagno.
Arriviamo a Castelmagno in serata, sono ormai quasi le 20 ed il buio inizia a calare celando ai nostri occhi tutte le meraviglie che potremo scoprire solo domani.
Abbiamo identificato un’area sosta gratuita in Frazione Chiappi e per raggiungerla fatichiamo un po’ visto che mancano indicazioni chiare, ma alla fine la troviamo e ci sistemiamo. Siamo soli. Fa freddo, la luce del lampione ci illumina appena, tutto intorno si intravedono le sagome scure di montagne imponenti. Alle nostre spalle, poco sopra, ci fanno compagnia le luci delle poche abitazioni che sovrastano questa graziosa area di sosta.
La frazione Chiappi
La notte è trascorsa nel silenzio più assoluto, fatta eccezione per qualche scampanellìo di animali al pascolo alle primissime luci dell’alba. Stanotte la temperatura è scesa a 8°C e ci siamo goduti il doppio strato di piumone… sensazioni che non proviamo da diverso tempo, considerando l’estate torrida che sembra non finire mai.
Al mattino realizziamo la meraviglia del posto in cui siamo finiti quasi per caso. La giornata è tersa e soleggiata, ottima premessa già così. Le montagne di fronte a noi hanno perso il loro tetro aspetto e mantenuto l’imponenza che lasciavano solo intuire. Si respira un aria meravigliosa, fresca e frizzante.
Terminate tutte le operazioni di carico e scarico delle acque, ci muoviamo dall’area risalendo la strada percorsa la sera prima. La salita è bella ripida e, una volta guadagnato il piano, si insinua tra le case della frazione Chiappi. Fortunatamente con Vannette le dimensioni sono contenute e non abbiamo difficoltà a districarci tra uno spigolo e l’altro.
Burro e formaggio di Castelmagno
C’è un punto in cui la strada si allarga leggermente in una piccola piazzetta da dove si scorge un locale, aperto sulla strada, con dentro due persone con guanti e stivali, che armeggiano sapientemente forme di formaggio ed incarti di burro fresco, una delizia per gli occhi.
Il Castelmagno è un prelibato formaggio italiano a pasta pressata, prodotto principalmente nella Valle Grana, che si trova nelle Alpi Marittime, in Piemonte, Italia. Questo formaggio è rinomato per il suo sapore ricco e distintivo ed è stato insignito del riconoscimento DOP (Denominazione di Origine Protetta),
il che significa che deve essere prodotto secondo specifiche tradizionali nella sua area di origine designata.
Ecco alcune caratteristiche chiave del formaggio Castelmagno:
- Area di Produzione: Il Castelmagno è prodotto esclusivamente nella Valle Grana e in alcune valli adiacenti della regione del Piemonte, dove le condizioni geografiche e ambientali sono ideali per la produzione di questo formaggio.
- Varietà di Castelmagno: Esistono diverse varietà di Castelmagno, tra cui il Castelmagno d’Alpeggio, prodotto in alta montagna, e il Castelmagno d’Alpeggio, che proviene da bestiame al pascolo in alta quota durante l’estate. Queste varietà possono variare leggermente nel gusto e nella consistenza.
- Sapore Distintivo: Il Castelmagno ha un sapore complesso e intenso, con note che possono variare da nocciola a erba fresca. È spesso descritto come uno dei formaggi più prelibati d’Italia.
- Utilizzo in Cucina: Il Castelmagno è un formaggio versatile che può essere consumato da solo, accompagnato da frutta o noci, oppure utilizzato in cucina per preparare salse, zuppe e piatti tradizionali piemontesi come il “gnocchi al Castelmagno.”
- Denominazione di Origine Protetta (DOP): Il Castelmagno ha ottenuto il riconoscimento DOP, che garantisce che sia prodotto secondo tradizioni specifiche nella sua regione d’origine.
Questo formaggio è una vera delizia per gli amanti del formaggio e rappresenta un’autentica specialità della regione piemontese. Il Castelmagno è molto apprezzato sia in Italia che all’estero per il suo sapore straordinario e la sua storia culinaria radicata nelle Alpi Marittime.
Potevamo perciò resistere ad un simile richiamo?
Fermiamo Vannette su un lato di questo slargo ed entriamo in questo piccolo locale di lavorazione dei formaggi e del burro. Suocero e nuora sono intenti nei loro compiti che, presumibilmente, compiono quotidianamente producendo questi veri e propri piccoli tesori.
A pochi metri la stalla, qui invece una piccola cantina dove alloggiano centinaia di forme in maturazione ed il laboratorio dove i singoli pezzi di burro ancora freschi vengono incartati e piombati mano.
Questi due gentili artigiani ci spiegano con passione il loro lavoro, da parte mia non resisto e acquisto un pezzo di Castelmagno ed una confezione di burro.
Santuario di San Magno
Approfittiamo della gentilezza dei due artigiani del formaggio per chiedere alcune informazioni logistiche. Chiediamo loro se è possibile superare il valico italiano proseguendo per la Val Grana ma ci viene risposto che sì, la strada ci sarebbe ma in questo periodo stanno facendo dei lavori. Si può arrivare solo fino al Santuario e poco oltre.
Arriviamo quindi in una zona che sembra dominare tutta la vallata e che alla sommità presenta una costruzione di antica costruzione e con un fascino del tutto particolare.
Il Santuario di San Magno, ha una storia che risale a diversi secoli fa. La costruzione originale del santuario è datata al XII secolo. Nel corso dei secoli, il santuario è stato oggetto di ampliamenti e ristrutturazioni, ma le sue radici storiche affondano nel medioevo. Questo lo rende un edificio di notevole importanza storica e religiosa nella regione e un luogo di devozione profondamente radicato nella tradizione locale.
Il cimitero del Santuario di San Magno a Castelmagno, nella Valle Grana, ha una particolarità unica che lo rende speciale. Questo cimitero è noto per essere uno dei cimiteri più alti d’Europa, situato a un’altitudine considerevole nelle Alpi Marittime, a circa 1.800 metri sul livello del mare.
Questa altitudine elevata conferisce al cimitero un’atmosfera tranquilla e solenne, circondato da uno scenario montano mozzafiato.
Una particolarità che mi ha colpito è il cimitero.
Questo cimitero è un luogo di sepoltura per i fedeli locali e rappresenta un luogo di riflessione e devozione, situato in un ambiente naturale straordinario. La vista panoramica delle montagne circostanti aggiunge un elemento di bellezza e spiritualità a questo cimitero unico. La sua posizione in quota è una caratteristica distintiva che lo rende speciale e affascinante per chi visita il Santuario di San Magno.
La valle Stura ed il col della Lombarda
Dopo aver inspirato a pieni polmoni quest’aria così fresca e frizzante e dopo aver goduto di una vista panoramica spettacolare, ci dirigiamo verso il fondovalle per poi risalire lungo la valle parallela a sud: Valle Stura.
I paesaggi della Valle Stura sono caratterizzati da vette montane spettacolari, foreste rigogliose, torrenti scintillanti e prati alpini punteggiati di fiori selvatici. Le montagne circostanti offrono una miriade di sentieri escursionistici, ideali per esplorare a piedi o in mountain bike.
Un punto culminante della Valle Stura è il Colle della Lombarda, un passo di montagna che collega la Valle Stura in Italia con la Valle dell’Ubaye in Francia. Questo passo rappresenta un’importante via di collegamento tra i due paesi attraverso le Alpi Marittime.
La strada panoramica attraverso il Colle della Lombarda offre viste spettacolari delle montagne circostanti e delle valli alpine, rendendo il viaggio un’esperienza indimenticabile.
Nella Valle Stura e presso il Colle della Lombarda, la natura è in primo piano. È un luogo ideale per gli amanti della natura, gli escursionisti e coloro che cercano la pace e la tranquillità tra i maestosi paesaggi alpini. La bellezza di questa valle e del Colle della Lombarda è una testimonianza della grandiosità delle Alpi Marittime italiane.
Non avevamo in realtà in mente di avventurarci su per il col della Lombarda, pensavamo di percorrere il colle della Maddalena, ma poi, come spesso accade, vediamo un bivio con un’indicazione, uno sguardo complice e… via si svolta rapidamente a destra all’avventura!
Possiamo dire che ne è valsa davvero la pena. Un paesaggio che difficilmente riuscirei a descrivere a parole, qui davvero le immagini valgono molto ma molto di più.
La vallée de l’Ubaye
Una volta superato il col della Lombarda scendiamo lungo il versante francese, attraversando la località sciistica di Isola 2000.
La strada è molto ripida, ricca di secchi tornanti che lasciano senza fiato per il paesaggio a strapiombo sulla valle sottostante: la vallée de l’Ubaye
La Vallée de l’Ubaye, situata nella regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra in Francia, è una delle valli alpine più affascinanti e spettacolari del paese. Caratterizzata da maestose cime montuane, torrenti di montagna e una ricca flora e fauna alpina, questa valle offre un paesaggio di bellezza naturale mozzafiato. Montagne maestose, fiume Ubaye, paesaggi alpini, patrimonio storico, attività all’aperto. Questa valle è una destinazione perfetta per avventura e bellezza naturale. Un tesoro nascosto delle Alpi francesi.
Carros, un villaggio francese dal fascino inaspettato
È cosi che spesso troviamo dei tesori nascosti: nel momento in cui, con l’approssimarsi della sera, cerchiamo un parcheggio o un’area sosta, ecco che spunta per caso un parcheggio libero, ricco di commenti positivi su Park4night, proprio all’ingresso di un villaggio imperdibile: Carros.
Arriviamo al parcheggio che ormai è buio. Domani andremo a fare una visita al villaggio che sembra aver molto da raccontare. Nel frattempo ci godiamo una vista spettacolare sulle luci della vallata di Nizza.
Carros, un gioiello incastonato tra monti possenti e il luccichio del Mediterraneo. Questo comune, con le sue radici che affondano nell’antichità, è una finestra sulla storia. Il suo centro storico, con le stradine acciottolate e le case in pietra, evoca un passato che risale ai tempi medievali.
Ma la storia di Carros non si ferma qui. Il castello di Carros, con la sua imponente presenza, testimonia le epoche passate in cui questo luogo era un punto strategico di controllo e difesa. Le mura di questa fortezza raccontano di conflitti, di nobili signorie e di una comunità che ha resistito al corso del tempo.
Questa storia è una parte viva di Carros, si riflette nell’architettura, nelle tradizioni locali e nei luoghi di interesse storico. Ma anche se il passato è presente ovunque, Carros è anche una comunità moderna che unisce il meglio del passato con la vivacità del presente. Un connubio perfetto tra storia e natura, che rende Carros un luogo unico e affascinante da esplorare.
Terminata la visita tra questi tortuosi viottoli all’interno delle mura del villaggio, ripartiamo nuovamente verso il confine ma sempre sulle Alpi.
Verso il Col de Turini, a Peira Cava
La salita verso il colle si fa via via sempre più ripida e tortuosa. Si ha l’impressione che su questo versante il dislivello sia più immediato. Con Vannette ci arrampichiamo tornante dopo tornante, lasciandoci alle spalle una vista in caduta libera verso la costa ed il mare.
Arriviamo nel primo pomeriggio a Peira Cava. Questo villaggio è noto per la sua posizione remota e per essere un punto di partenza ideale per l’esplorazione delle Alpi Marittime. È facilmente raggiungibile dai cugini francesi trovandosi a soli 40 chilometri da Nizza.
Anche qui abbiamo scovato un piccolo parcheggio su sterrato, distante dalle quattro case del paese e in una posizione assolutamente panoramica e dominante rispetto alla costa azzurra.
Un dubbio sulla quantità di gasolio…
Pur non avendo percorso molti chilometri oggi, ci rendiamo conto di aver consumato, causa lo sviluppo del itinerario inerpicante, più gasolio del previsto. Purtroppo la lancetta indica pericolosamente l’approssimarsi della riserva.
Una rapida occhiata alla mappa per scoprire che da qui in poi difficilmente troveremo dei distributori. Una rapida consultazione con Betty – molto più tranquilla di me – e la decisione, amara, è presa: si torna indietro di una ventina di chilometri. Facciamo il pieno e risaliamo in questo punto dove passeremo la notte.
Alla fine di questo tour de force (siamo in francia!) dopo un aggravio di una cinquantina di chilometri, realizziamo che neanche oggi arriviamo a fermarci ad un’ora decente. Non siamo capaci di prendere il viaggio con più filosofia, abbandonando lo stress e procedendo più lentamente.
Trascorriamo una delle notti più isolate e silenziose mai trascorse prima!
Il Parco nazionale del Mercantour
Oggi si torna a casa, ma anziché farsi prendere dalla malinconia e dallo sconforto decidiamo di rientrare in un modo insolito. Passeremo per il cuore del parco del Mercantour per poi scendere a Sospel ed infine rientrare ad Imperia.
Questo vasto territorio protetto, situato tra Francia e Italia, sfoggia una bellezza naturale senza pari. Montagne imponenti, valli remote e una varietà di ecosistemi unici rendono questo parco un paradiso per gli amanti della natura.
Le vette del Parco Nazionale del Mercantour si ergono con maestosità, offrendo una panoramica spettacolare delle Alpi Marittime. Ma non sono solo le montagne a catturare l’attenzione: il parco ospita anche una varietà di habitat, dalle foreste di conifere ai pascoli alpini e ai torrenti scintillanti. Questa diversità ecologica supporta una vasta gamma di fauna, tra cui camosci, stambecchi, aquile reali e molti altri.
Il parco è anche sede di una serie di eventi culturali e festival che celebrano la storia e la cultura delle Alpi Marittime.
Sentieri escursionistici ben segnalati conducono attraverso paesaggi mozzafiato. Il Parco Nazionale del Mercantour è un luogo di bellezza straordinaria, un serbatoio di biodiversità e una finestra sulla storia e la cultura delle Alpi Marittime.
Circuit de la Découverte de l’Authion
Appena raggiunto il Col de Turini notiamo un cartello che indica: “Circuit de la Découverte de l’Authion”. In effetti verifichiamo sulla mappa che si tratta di un vero e proprio anello, proviamo ad imboccarlo per soddisfare la nostra curiosità.
Il “Circuit de la Découverte de l’Authion” è noto per offrire un’esperienza che permette ai visitatori di scoprire la storia e il patrimonio di Authion, una regione montuosa situata nella parte orientale del dipartimento delle Alpi Marittime.
La zona ha una storia ricca, ed è stata teatro di eventi significativi durante la Seconda Guerra Mondiale. Durante questo periodo, fu il sito di battaglie tra le forze alleate e le forze dell’Asse.
Ci sono molti di sentieri escursionistici che conducono i visitatori attraverso paesaggi mozzafiato e offrono viste panoramiche sulle montagne circostanti. Questi sentieri consentono ai visitatori di esplorare la natura e la bellezza della regione.
Lungo il percorso, sono presenti pannelli informativi che forniscono dettagli sulla storia, la geologia e la flora della zona. Questi pannelli aiutano i visitatori a comprendere meglio il contesto e l’importanza di Authion.
Il circuito comprende visite a siti storici, tra cui fortificazioni militari e memoriali dedicati alle battaglie della Seconda Guerra Mondiale. Questi siti offrono un’opportunità di riflessione sulla storia del luogo.
La regione di Authion è caratterizzata da una natura incontaminata, con foreste, prati alpini e una flora e fauna uniche. Questo offre un ambiente ideale per gli amanti della natura.
La strada è asfaltata ed a senso unico, quindi pur essendo stretta non si ha paura di incontrare qualcuno in senso inverso. Inutile dire che il panorama, in una splendida giornata come quella odierna, è meraviglioso. Il pensiero fisso è uno solo: qui dobbiamo assolutamente tornarci.
Sospel e Olivetta San Michele
Dopo il circuito, e relativa sosta pranzo in mezzo alle mucche al pascolo, ed il secondo passaggio al Col de Turini, scendiamo in direzione Sospel.
Sospel è una di quelle mete che abbiamo sempre visto nelle indicazioni stradali da Ventimiglia verso il Col di Tenda. Salendo infatti sulla statale per andare a Limone si entra e si esce un paio di volte in territorio francese. Il primo punto di confine è proprio ad Olivetta San Michele.
Poco dopo ecco il cartello che indica Sospel.
Questo negli anni ha sempre alimentato le nostre fantasie di come sarebbe potuto essere questo passaggio oltre confine. Percorrere questo tratto di strada ci ha dato una prospettiva completamente diversa rispetto a come l’avevamo immaginata negli anni. Una serie di passaggi collinari molto più complessi ed articolati, un saliscendi continuo in mezzo a coltivazioni di ulivo che, in prossimità della costa, aumenta di chilometro in chilometro, la densità.
L’arrivo a Ventimiglia, a poche centinaia di metri dall’accesso autostradale, sancisce in qualche modo la fine del nostro viaggio anche se percorreremo ancora una trentina abbondante di chilometri prima di arrivare a casa.
È stato un weekend lungo denso di immagini, profumi e colori diversi. Un piccolo scrigno per i nostri cuori, una via di fuga per i nostri pensieri che, in queste vallate, scorreranno ancora per molto tempo.
0 commenti